RESPONSABILITÀ SANITARIA: COME INDIRIZZARE LA GESTIONE DEL RISCHIO

I decreti attuativi della Legge Gelli-Bianco disegnano la strada per integrare il risk management nelle strutture sanitarie. Per raggiungere l’obiettivo della mitigazione dei rischi è necessario agire su quattro direttrici, che vanno dalla formazione del personale al rischio cyber

RESPONSABILITÀ SANITARIA: COME INDIRIZZARE LA GESTIONE DEL RISCHIO
La gestione del rischio contribuisce non solo alla sicurezza e alla sostenibilità delle cure, ma anche al percorso di aggiornamento digitale della sanità italiana.
Solo una sanità sicura, infatti, sarà capace di integrare l’innovazione tecnologica ed evolvere verso una strategia data-driven, ricostruire il rapporto di fiducia tra terapeuti, pazienti e familiari, ridurre il contenzioso, liberare risorse e preservare il patrimonio professionale e la passione dei sanitari all’interno del Servizio sanitario nazionale.
Il decreto del 15 dicembre 2023 n. 232 del ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), in vigore dal 16 marzo 2024, sebbene perfettibile sotto alcuni punti di vista, è un ulteriore passo in avanti nel percorso di normalizzazione del mercato assicurativo nello scenario della responsabilità sanitaria. Il nuovo regolamento, inoltre, conferma e rilancia quell’integrazione delle competenze di risk management e gestione dei sinistri all’interno delle aziende sanitarie che un approccio combinato di mitigazione del rischio e gestione della responsabilità sanitaria richiede.

UN APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE

In tal senso, l’esperienza quasi secolare del gruppo Relyens permette di individuare quattro efficaci indirizzi. Il primo è il coinvolgimento del personale sanitario nella mitigazione del rischio e nel miglioramento dei processi, integrato con la formazione continua (menzionata nel decreto), l’adozione di una cultura no-blame e una comunicazione efficace tra i diversi livelli, che permette lo scambio tra team, sanitari, risk manager, dirigenza e utenti.
In secondo luogo, la cultura e la prassi della sicurezza devono abbracciare ogni livello organizzativo: il rischio non è solo clinico, ma architettonico, gestionale, e tecnologico.
La terza azione consiste nell’integrare pienamente il cyber risk all’interno del rischio sanitario, riconoscendo la relazione indissolubile tra la sicurezza informatica e la digitalizzazione della sanità italiana.
Infine, prerequisito fondamentale è l’integrazione di competenze tecnologiche e gestionali provenienti dalla gestione della responsabilità sanitaria e dalle scienze informatiche, necessarie per supportare il progressivo sviluppo delle strutture sanitarie.
Un attore come Relyens – che combina sinergicamente servizi di risk management, tecnologie per la sicurezza informatica e soluzioni assicurative – si offre come piattaforma di incontro di quelle numerose competenze multidisciplinari necessarie ad accompagnare le aziende sanitarie in questo percorso di sicurezza. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Articoli correlati

I più visti