CNP VITA ASSICURA SCOMMETTE SUI PROSSIMI DIECI ANNI
La compagnia del gruppo francese ha da poco presentato un piano industriale per il prossimo decennio sorretto da tre pilastri: sviluppo, diversificazione e solidità. Risparmio e protezione al centro del progetto portato avanti da un management rinnovato
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09/02/2024
Il mondo Cnp in Italia rappresenta il quinto player assicurativo con asset under management divisi tra i 27 miliardi di euro di Cnp Vita Assicura (Cva) e i 14 miliardi della joint venture con Unicredit. Un dato non scontato e per certi aspetti sorprendente perché la galassia di Cnp nel nostro paese è percepita frammentata e, finora, ha operato dietro le quinte. Ma l’inizio del 2024 ha rappresentato una svolta, anzi, si potrebbe dire, un nuovo inizio. A gennaio, la compagnia di riferimento, Cva, ha completato l’incorporazione di Cnp Vita Assicurazione, un’operazione societaria che mette ordine e rafforza un player che è pronto al cambio di passo nel mercato italiano. Dopo il rebranding, il trasloco nella nuova sede milanese, un edificio platinum dal punto di vista della sostenibilità, e la costruzione di una nuova squadra manageriale guidata dal ceo Marco Passafiume Alfieri, a fine gennaio è stata la volta della presentazione di un piano industriale decennale “in 3D” per puntare a crescere e consolidarsi come “l’assicuratore completo per quanto riguarda risparmio e protezione, e la compagnia di riferimento per i mercati affluent e private banking”, secondo le parole usate da Passafiume Alfieri, durante la presentazione del piano alla stampa.
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Marco Passafiume Alfieri, ceo di Cnp Vita Assicura
LA RAISON D’ÊTRE
Cva, parte di Cnp Assurances, tra i principali gruppi francesi attivi nel risparmio e nella protection, può vantare il sostegno convinto della casamadre, un gruppo controllato dalla Caisse des dépots e dallo Stato francese attraverso La Banque Postale: “una garanzia dell’alta qualità di un gruppo solido, ben capitalizzato e con un rating elevato (A+), che in Italia sta vedendo tante opportunità di crescita”, ha raccontato il ceo.
Il gruppo è attivo in 19 paesi tra Europa e America Latina, con 345 partner distributivi, e una raccolta premi di 36 miliardi di euro (nel 2022). Come confermato da Khalil Tabbi, cfo di Cva, Cnp Assurances “si pone obiettivi a lungo termine, che potranno anche riguardare sinergie con La Banque Postale che, a sua volta, sta guardando attentamente a nuove opportunità in Italia”.
Tornando a Cva, la compagnia vuole sviluppare il proprio approccio con una rete distributiva diversificata e non captive, un modello di business definito “aperto, multi-partner e distintivo nel mercato italiano”. Cva non è una compagnia classica: “facciamo bene la bancassurance, siamo specializzati nel mondo del risparmio e della protezione, abbiamo un unico bilancio, non due, non uno sostenibile e uno economico-finanziario e tutto questo è la nostra raison d’être”, ha spiegato Passafiume Alfieri, utilizzando i concetti che guidano il gruppo oltralpe.
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UN PIANO IN 3D
Questo modello, pensato per un “mercato aperto”, ha permesso a Cva di lavorare con agenti plurimandatari, broker, consulenti, banche e puntare a conquistare nuovi partner di alto livello. Ed è in questo senso che si incarna la “prima D” del piano, lo sviluppo, che in francese è Développement: “vogliamo conquistare nuovi partner sensibili al nostro target”, ha precisato Passafiume Alfieri, fissando l’obiettivo di dieci nuovi accordi entro il 2028. “Dobbiamo accompagnare lo sviluppo – ha aggiunto – con l’evoluzione delle piattaforme informatiche”. Oggi Cnp Vita Assicura lavora già con partner digitali, oltre al principale distributore che al momento è Fineco. “Da Moneyfarm al gruppo Sella (Banca dei patrimoni) e poi l’ex CheBanca! (Mediobanca Premier) e Firstance: lavorare con tanti distributori è complesso anche dal punto di vista tecnologico”, ma è la mission di Cva, ha confermato Paolo Fumo, il chief commercial officer. “Stiamo lavorando con le reti di consulenti – ha spiegato –, facendo molta formazione culturale: le persone hanno comportamenti assicurativi, ma spesso sbagliano gli strumenti”.
Cva punta su una consulenza evoluta e su prodotti che arricchiscono la finanza con contenuti assicurativi, una piattaforma che permette massima libertà di scelta: “l’obiettivo è l’alto valore aggiunto”, ha sottolineato il ceo.
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RISPARMIO,PROTEZIONE E NUOVI CANALI
Per quanto riguarda la Diversification, la “seconda D” del piano, la strategia della compagnia mette in conto più prodotti e un ampliamento del segmento protection, con un miglioramento del mix di portafoglio tra unit linked e gestioni separate, per una proporzione del 50%-50%. Ci sarà una maggiore apertura anche al target di clientela retail e complessivamente, il management di Cva prevede una crescita media annua della nuova produzione pari all’8% e delle riserve matematiche del 6%. “Nei prossimi mesi – ha annunciato il ceo – lanceremo una nuova gestione separata con fondo utili”. Nel concetto di diversificazione, ovviamente, rientrano sempre i canali distributivi: più agenti, più Sim, più family office e consulenti di alta gamma.
La “terza D”, che sta per Désensibilisation, punta a tutelare la solidità dell’impresa, renderla più resistente ai rischi esterni. Significa quindi una gestione più accurata degli investimenti e una revisione dell’asset allocation, una maggiore diversificazione per essere meno esposti alle oscillazioni dei mercati finanziari, azioni volte alla difesa del portafoglio, ampliando l’offerta a prodotti capital light e strumenti di copertura contro la volatilità dei mercati, in particolar modo contro l’aumento repentino dei tassi di interesse.
“La lungimiranza – ha concluso Passafiume Alfieri – è la nostra caratteristica principale: sappiamo che scelte di lungo termine hanno un costo di breve termine, ma è questa la mission dell’assicuratore”. Inseguire tentazioni di breve termine, magari per sfruttare effimere occasioni del momento: non è questo il piano di chi presenta una strategia decennale.
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